BIOGRAFIA - SCRITTI

• IL GIORNALE

Preghiera di Juanita alla Vergine Maria

Nel febbraio del 1917, Juanita ha fatto un pellegrinaggio al santuario di Grotta di Lourdes a Santiago. Ha scritto nel suo diario la seguente preghiera alla Vergine Maria.



L’altro ieri e ieri siamo state a Lourdes. Lourdes! Questa sola parola basta a far vibrare le corde più sensibili del cristiano, del cattolico. Lourdes! Chi non si sente commosso nel pronunciarla! Significa un cielo nell’ esilio. Porta avvolto nel suo manto di mistero tutto ciò che di grande è capace di sentire il cuore cattolico.

Questo nome richiama i ricordi del passato e commuove le sensazioni intime della nostra anima. Racchiude gioia, pace sovrumana, dove il stanco del faticoso cammino della vita, può riposare; può senza preoccupazioni, lasciare il suo bagaglio miserie umane, aprire il seno per raccogliere l’acqua della consolazione e del sollievo. Lì le lacrime del povero e del ricco si confondono, lì si trova una Madre che li guarda e sorride. E quello sguardo e sorriso celesti, fanno sgorgare dal petto singhiozzi di felicità, che il cuore non può frenare, però lo fanno sperare ed amare ciò che non perisce ed è divino.

Sì, sei tu Madre, la celeste Vergine Maria che ci guida. Tu hai lasciato cadere dalle tue mani materne raggi di cielo. Non credevo che esistesse la felicità sulla terra, ma ieri il mio cuore assetato di essa la trovò. La mia anima estasiata ai tuoi piedi verginali ti ascoltava. Eri tu che parlavi e il tuo linguaggio di Madre era così tenero, era di cielo quasi divino.

Al vederti così pura, così tenera, così compassionevole, chi non avrà il coraggio di scoprire i suoi intimi tormenti? Chi non ti chiederà di essergli stella in questo burrascoso mare? Chi è che piange tra le tue braccia senza ricevere subito i tuoi immacolati baci di amore e di consolazione? Se è peccatore le tue carezze lo inteneriscono, se è tuo fedele devoto, la tua sola presenza accende la fiamma viva dell’ amore divino.

Se è povero tu, con la tua mano potente lo soccorri e gli mostri la vera patria. Se è ricco, lo sostieni con il tuo conforto contro gli scogli della sua agitatissima vita. Se è afflitto, tu con i tuoi occhi lacrimosi gli mostri la croce e su di essa il tuo divino Figlio. Chi non trova balsamo alle sue sofferenze nel considerare i tormenti di Gesù e di Maria? Ed infine il malato trova nel tuo seno materno l’acqua di salvezza che fai sgorgare con il tuo sorriso incantevole, che lo fa sorridere di amore e di felicità. Sì, Maria, sei la Madre dell’universo intero.

Il tuo cuore è pieno di dolcezza. Ai tuoi piedi si prostrano con la stessa fiducia il sacerdote come la Vergine per trovare tra le tue braccia l’Amore delle tue viscere. Il ricco come il povero per trovare nel tuo cuore il loro cielo. L’afflitto come il felice per trovare sulle tue labbra il celeste sorriso. Il malato come il sano per avere dalle tue mani dolci carezze. Ed in fine il peccatore come me, trova in te la Madre protettrice che sotto i suoi piedi immacolati ha schiacciato la testa del drago, mentre nei tuoi occhi scopre la misericordia, il perdono ed il faro luminoso per non cadere nelle acque fangose del peccato.    

Madre, sì, a Lourdes c’era il cielo: c’era Dio sull’altare circondato dagli angeli, e tu dalla cavità della roccia Gli presentavi i clamori della moltitudine inginocchiata davanti all’altare; e Gli chiedevi di ascoltare le suppliche del povero esiliato in questa valle di lacrime, mentre, con i canti, ti offrivano un cuore pieno di amore e di gratitudine.

(Diario, §19)

 

 

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