BIOGRAFIA - SCRITTI

• LA CORRISPONDENZA

Lettera di JUANITA alla sua amica Carmen de Castro Ortúzar

Algarrobo, 16 gennaio 1918

Signorina Carmen de Castro O.

Cara Carmelina,

Ti mancherà tantissimo la brevità delle mie lettere; ma ero di fretta, perché la posta stava per partire, perché parte un giorno sì ed un giorno no. Immagina ciò che ti ricorderò. Sento molto la tua mancanza ogni volta che mi ricordo della felicità che avremmo potuto condividere se fossimo state insieme.

Qui trascorro una vita bellissima. È una cosa incantevole. Viviamo in una casa che è sulla costa a 3 metri dal mare. Come puoi immaginare, abbiamo una vista bellissima. Quello che ti sto per dire in totale confidenza, sarebbe poco. Qui le cose vanno come ad ognuno piace di più: le fanciulle camminano con cappelli di paglia e tutto va così secondo lo stile. Alla spiaggia si vede un gruppo di sole quattro o cinque signore e di undici fanciulle che si riuniscono insieme. Noi possiamo camminare nell’acqua di mare fino all’altezza del collo senza aver paura delle onde o della corrente perché non ce ne sono. Si può nuotare meglio che in una piscina.

Ti dirò i nomi delle fanciulle con cui ci siamo riunite: Lyon Subercaseaux, Alfonso Valdés, Estela Valenzuela, Larraín Valenzuela, Hurtado Valdés, che ha vissuto una vita più indipendente, e Rebecca Echazarreta Larraín.

Un giorno siamo andate a cavallo con Teresa Lyon. Non puoi immaginare com’era bello il paesaggio che abbiamo visto: gole enormi tra due colline coperte di alberi, e alla fine un’apertura attraverso la quale si poteva vedere il mare, su di esso si riflettevano le nuvole di colori diversi e dietro ad esse splendeva il sole. Non puoi immaginare una bellezza più grande che ti fa pensare al Signore che ha creato la terra così bella, benché sia piena di dolori. Che sarà del cielo, mi domando tante volte, quando sono contenta? Ogni pomeriggio le fanciulle vanno fuori, ma la Madre Superiora non ci lascia, perché loro tornano troppo tardi.

Ci sono due Messe qui ma oggi ce ne sono state quattro e ogni sera la benedizione. Noi con la Lyons, abbiamo formato un coro che non sarebbe tanto male se ci accompagnassero. Oggi andremo a cercare insieme a Gabriella Lyons, dei bambini per formare un corso di catechismo del quale ti racconterò nella mia prossima lettera. Prega per noi così raccogliamo un bel numero.

Noi ti ho ancora raccontato del villaggio di Algarrobo, le cui casette con eccezione di due o tre, sono veramente case dei poveri: sono in mattoni, il tetto in travi di legno e senza mobili. È divertente vedere la meraviglia di quelli che vengono a conoscenza delle persone famose. La nostra casetta, sebbene povera, è comoda. Ha i mobili sufficienti. Si lascia correre tutto per la fede e per la vista che abbiamo.

La notte scorsa è stata una notte ideale. Siamo andate a sederci sulla spiaggia, perché era la prima sera che si vedeva la luna, perché tutti i pomeriggi è annuvolato. Raccontarti qualcosa di più perfetto è impossibile. In un istante mi è sembrato di averti al mio fianco; tanto era forte il mio ricordo di te. Non ti sembrava, Carmen, davvero di vedere e di sentire un tormento per l’infinito? Uno sente nell’anima una solitudine inesplicabile che solo Dio può riempire perché tutto sembra piccolissimo.

Non ti puoi lamentare, mia cara Carmelina, che non ti comunico tutto ciò che sento e che penso perché io so che tu mi capisci e sento il bisogno di aprirmi. E chi può essermi miglior amica se non tu? Come stanno tutti a casa tua? Hai notizie di Ines? E dei bambini? E del neonato? Dagli tanti baci da parte mia al piccolo angioletto.

Tanti affettuosi saluti da parte mia alla tua mammina e alle tue sorelle. E a te, mia piccola cara, ricevi un forte abbraccio ed un forte bacione dalla tua amica.


Juana

(Lettera n°19)

 

 

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